lunedì 16 maggio 2011


Ipotesi sprezzante n 1 : Sono un alieno

Ipotesi spiazzante n 2: alieno inteso come proveniente da altro luogo del cosiddetto universo

Tesi arrogante: Gli umani non hanno proprio idea di cosa come e quando gli eventi si muovono e si autodeterminano


Già, si, cosa ne potrebbero sapere questi buffi e goffi bipedi, intrappolati nei meandri di un cervello che non sanno decifrare e decodificare e che per questo tentano a piè pari di tumulare. Potrebbero esserci finti umani alienoidi che veri uomini alienati non potrebbero riconoscere. E’ buffo osservarli, si difendono, impiegano la maggior parte del tempo a studiare modi e modalità di difendersi da sé, dagli altri, dal mondo, a partire da un contesto micro ad uno macro. Le PAROLE!!!! Il miglior scudo progettato dal dis-intelletto umano, in grado di diventare barriera più solida di una qualsivoglia schermata spazio-dimensionale. Non vedono sé non vedono gli altri e il mondo, ma con le parole creano mondi allettanti e morbidi o agghiaccianti e sterili, giocano a creare identità, a categorizzare emozioni,, a catalogare altri simili e a cementificare sé stessi. Parlano di contesto, di ambiente determinante, insomma di influssi esterni, sempre esterni. Bel vizio umano quello di allontanare da sé tutto ciò che fa paura e rende fragili. Sono dotati di grande potenza inconscia, viscerale, ma si crogiolano nel conscio e nel cerebrale. Capiranno mai? Chissà…intanto continuano a distruggere invece di creare. Chi sembra opporsi a ciò in realtà perde tempo proprio per il concetto di “opporsi”, opposizione, contrasto, dualismo conflittuale..ma quanto gli piace!! Giocano a contrapporre luoghi/non luoghi, identità/non identità, giusto/non giusto, sono/non sono. Famoso il cruccio umano “essere o non essere questo è il problema” di shakespeariana memoria e assolutamente permeante di significato nell’individuare il difetto strutturale che li attanaglia. Sono dualismi irrisolvibili, per il fatto che sono dettati esternamente da sé. Un non luogo è tale sulla base della definizione di luogo, e allora chi se ne fotte del luogo e del non luogo. Qui e ora, hic et nunc, è fondamentale, umano!! Senti quello che c’è nelle viscere, dove ti portano le scie miasmatiche che confondono il pensiero dualistico e vedrai che di identità/non identità poco te ne importerà, perché nascerà finalmente un pensiero diverso, altro, vicino a come sei, e non a come ti dicono di essere o peggio ancora decidi di essere. Non distruggere, non ti opporre, scegli un’altra strada, forse sentiero, ma determinato da TE, nella più olistica concezione immaginabile,e in questo sentiero esplorerai altro dalla fatica logorante del contrasto, della lotta con te e il mondo.
Conclusione bizzarra: Sono un alieno, già, ma in fondo potremmo esserlo tutti, sprazzi di tanti esseri disseminati nello sconosciuto universo, e riversati su questo piccolo pianetino in una panspermia che ci arricchisce e “divinizza”. Io/non io, essere/non essere, normale/non normale, tutto fuso in un pensiero puntiforme connesso dall’intimo sentire.

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